È ormai trascorso il 28 giugno, 180° giorno dalla chiusura dell’esercizio 2019, quindi termine “ultimo” per l’approvazione dei bilanci 2019 e per la nomina dei “nuovi” Revisori delle “nano imprese”, ricorrendone le condizioni. O meglio, così pensavamo prima che giungesse la notizia dell’approvazione, ad opera della V Commissione (Bilancio, tesoro e programmazione) della Camera dei Deputati dell’emendamento 51.04 avente ad oggetto l’introduzione nel convertendo testo del DL 34/2020 dell’art. 51-bis che di fatto sposta di due anni il termine per la nomina dei revisori ex art. 379 c. 3 del CCII: dall’approvazione bilanci 2019 all’approvazione bilanci 2021.
Al netto di questa “epopea”, come l’abbiamo definita sulle pagine del nostro quotidiano (Arrivata la proroga al 2022 per la nomina del revisore dopo la scadenza del termine), poniamo che dopo la nomina del Revisore entro lo scorso 28 giugno, non si volesse invocare la revoca per “giusta causa” o la “risoluzione consensuale dell’incarico”; nel presente contributo cercheremo di delineare le prime attività che il Revisore dovrebbe compiere immediatamente dopo la sua nomina.
Il nostro quotidiano, così come la sezione dedicata alla revisione, si sono già occupati di questo aspetto, quindi il “tema nomine” lo possiamo ritenere smarcato.
Con la nomina, però, inizia il vero e proprio percorso operativo che il Revisore deve affrontare e, come sempre dovrebbe essere, prima di iniziare “un qualcosa” ciascuno di noi dovrebbe ritagliare un lasso di tempo congruo per pianificare le azioni da intraprendere.
Nel caso specifico dell’attività di revisione, questa fase di pianificazione non è lasciata alla “libera coscienza” del Revisore ma trova invece una fonte ben precisa in seno ai Principi di Revisione ISA Italia 300 e 260, oltre che un articolato (e prezioso) commento nella pubblicazione Approccio metodologico alla revisione legale affidata al collegio sindacale nelle imprese di minori dimensioni (CNDCEC 2018).
Le fasi dell’attività di pianificazione – L’attività di pianificazione si compone di “due anime” ugualmente fondamentali.
La prima fase del processo è rappresentata dalla formulazione della strategia generale della revisione: essa si sostanzia, come mette giustamente in evidenza il CNDCEC, in “un’analisi che mette a fuoco le caratteristiche dell’impresa revisionata, consente l’identificazione delle risorse da dedicare all’incarico, conduce alla formulazione di una stima preliminare dell’impegno (in termini di tempo) necessario per lo svolgimento dell’incarico”.
Nei contributi che abbiamo dedicato alla nomina dei nuovi revisori da parte delle “nano imprese” abbiamo messo in evidenza come fosse fondamentale, prima di accettare l’incarico, che il Revisore effettuasse tutta una serie di analisi preventive della propria struttura organizzativa e delle caratteristiche del soggetto da revisionare: è di tutta evidenza come il patrimonio informativo raccolto nella fase preventiva si riveli essenziale anche per la fase di elaborazione della strategia generale di revisione.
La seconda fase della pianificazione consiste nella predisposizione del vero e proprio piano di revisione: in esso il Revisore andrà a declinare in modo estremamente analitico ciò che si è prefissato di fare nella fase di elaborazione della strategia: come a dire, dalle idee ai fatti, quindi il piano di revisione vedrà messi “nero su bianco” la natura, la tempistica e l’estensione delle procedure di revisione.
Un paio di considerazioni sono d’obbligo: in primo luogo, è di tutta evidenza come le due anime della pianificazione si influenzino e alimentino a vicenda. Il CNDCEC, con un’espressione estremamente chiara, ci dice che “le due fasi sono sequenziali, iterative e complementari”. In secondo luogo è oltremodo raccomandabile che il processo di formalizzazione della pianificazione sia “proporzionato” alle dimensioni ed alla complessità del soggetto da revisionare.
Il memorandum – Nell’ambito della pubblicazione del CNDCEC, che abbiamo più volte citato, troviamo una utilissima carta di lavoro, denominata GEN 2.9.0 (file formato .doc) che si sostanzia in un breve, ma efficace, memorandum che potrebbe essere più che sufficiente, nelle nostre “nano imprese”, per costituire la traccia del lavoro di pianificazione. Ovviamente, è quasi superfluo ricordarlo, è un file che ciascun Revisore potrà personalizzare in base alle proprie esigenze specifiche.
Gli ausiliari – Per concludere questa breve “carrellata”, in seno alle operazioni di pianificazione, potrebbe emergere la necessità per il Revisore di avvalersi di ausiliari, dipendenti o professionisti esterni. Come abbiamo avuto modo di ricordare in altra sede, la scelta è sempre molto delicata in quanto, dal punto di vista economico, i costi sono a carico del Revisore che, pertanto, deve tenerne conto nel negoziare con il soggetto revisionato il proprio compenso; in aggiunta il Revisore non deve mai dimenticare che la responsabilità del processo di revisione, ancorché affidato ad altri soggetti, è sempre in capo al Revisore stesso, da cui la necessità di riflettere molto seriamente sulla scelta delle persone di cui avvalersi e sulla necessità di mettere in preventivo, nel piano di revisione, opportuni tempi per sottoporre a verifica il lavoro altrui.
Un’ultima notazione sull’argomento: l’avvalersi di ausiliari, dipendenti o professionisti necessita comunque una preventiva informativa nei confronti del soggetto revisionato, cosa questa, tutto sommato, più che doverosa.