Relazione sulla gestione: analisi della situazione aziendale per gli stakeholder

Pubblicato il: 18/05/2020 – 13:17

La relazione sulla gestione rappresenta il documento informativo a cui gli stakeholder aziendali fanno riferimento per conoscere l’analisi della situazione della società, gli orientamenti strategici, il contesto in cui opera, l’utilizzo delle risorse e il modello di business, anche in chiave prospettica, con una conseguente valutazione dei potenziali rischi a cui l’impresa potrebbe essere soggetta.

Al fine di soddisfare i citati bisogni, l’articolo 2428 del Codice civile, richiede che il bilancio debba essere corredato da una relazione degli amministratori contenente un’analisi fedele, equilibrata ed esauriente della situazione della società, dell’andamento e del risultato della gestione, nel suo complesso e nei vari settori in cui essa ha operato (segmental reporting), anche attraverso imprese controllate, con particolare riguardo ai costi, ai ricavi e agli investimenti.

Inoltre, l’analisi riportata nella Relazione sulla gestione, deve contenere gli indicatori di risultato finanziari e, eventualmente, quelli non finanziari pertinenti all’attività specifica della società, nonché il riferimento agli importi iscritti in bilancio e i relativi chiarimenti, ove opportuno.

Principi di redazione del documento informativo – La Relazione sulla gestione deve essere redatta in modo da consentire, al destinatario del bilancio, una migliore comprensione dei dati contabili presenti nei prospetti di Conto Economico, Stato patrimoniale e Nota integrativa, e la rilevazione di informazioni che, invece, non possono emergere dalla sola lettura degli stessi.

La stesura del documento informativo, deve essere “fedele, equilibrata ed esauriente”. Per il rispetto di tali requisiti, si attinge alle clausole generali del bilancio, che richiedono una rappresentazione chiara, veritiera e corretta della situazione aziendale, sotto il profilo patrimoniale, finanziario ed economico.

Il Codice civile non definisce uno schema predefinito per la Relazione in esame, tuttavia, dal documento devono in ogni caso risultare: le attività di ricerca e sviluppo, l’evoluzione prevedibile della gestione, i rapporti con imprese controllate, collegate, controllanti e imprese sottoposte al controllo di queste ultime, il numero e il valore nominale sia delle azioni proprie sia delle azioni o quote di società controllanti possedute, acquistate o alienate dalla società nel corso dell’esercizio, i rischi e gli obiettivi e le politiche di gestione collegati agli strumenti finanziari, qualora siano rilevanti per la valutazione della situazione dell’impresa.

Indicatori finanziari e non finanziari – L’analisi complessiva della società, richiede la descrizione di indicatori aventi natura finanziaria, estrapolati dai dati patrimoniali, finanziari ed economici, e non finanziari, che, diversamente, riguardano elementi esterni alla contabilità e, in generale, l’ambiente macroeconomico in cui opera l’azienda.

La rappresentazione dell’impresa attraverso i citati indicatori, dovrebbe riferirsi a più esercizi raffrontabili tra loro (almeno due o tre consecutivi), integrati da una nota esplicativa nella quale vengono esposte le modalità di calcolo adottate e la significatività dei risultati conseguiti. Con riguardo, ad esempio, all’aspetto finanziario e, nello specifico, all’attività di investimento, è opportuno riportare nella Relazione anche gli indicatori finanziari idonei a rappresentare la capacità dell’impresa di autofinanziarsi o la necessità di ulteriori fabbisogni finanziari per fronteggiare le scelte future che intende porre in essere in funzione della prevedibile evoluzione di mercato.

Gli indicatori non finanziari, c.d. Key Performance Indicators (KPI), devono essere esposti nel documento informativo qualora quelli finanziari e il bilancio non siano sufficienti a rappresentare in maniera chiara ed esaustiva la situazione aziendale, l’andamento della gestione e la situazione economica.

Gli indicatori non finanziari, in maniera approssimativa, possono essere collocati in quattro macro aree:

  • posizionamento sul mercato;
  • customer satisfaction;
  • efficienza dei fattori produttivi e dei processi produttivi;
  • innovazione.

Analisi dei rischi aziendali– Tra le informazioni chiave che la Relazione deve contenere vi è l’analisi dei rischi, interni ed esterni, a cui è esposta l’attività d’impresa, facendo riferimento al Risk management, ossia le politiche di gestione del rischio, nonché al Risk reporting, contenente la rendicontazione di tutti i potenziali rischi aziendali.

Il rischio è definito come un evento negativo, derivante da processi in corso o futuri, che potrebbe determinare un danno all’impresa. A tal fine, l’indicazione dei rischi nel documento informativo in commento, consente agli stakeholder di conoscere tutte le misure amministrative e organizzative che la società ha adottato o adotterà per scongiurare o gestire un potenziale rischio. Di peculiare importanza sono i rischi finanziari, di cui l’articolo 2428, comma 6-bis, del Codice civile, dei quali si richiede l’indicazione qualora gli stessi siano rilevanti per la valutazione della situazione della società. Le informazioni richieste nella Relazione sulla gestione sui rischi finanziari e, in particolare, sull’utilizzo degli strumenti finanziari, possono suddividersi in due classi:

  • informazioni qualitative, che descrivono gli obiettivi e le politiche della società in materia di gestione del rischio finanziario, compresa la politica di copertura per ciascuna principale categoria di operazioni previste;
  • informazioni quantitative, volte a fornire indicazioni sull’esposizione della società al rischio di prezzo, al rischio di credito, al rischio di liquidità e al rischio di variazione dei flussi finanziari.

Nota prospettica sull’andamento dell’impresa – Infine, il documento sulla gestione, è completato da un’analisi prospettica sull’andamento dell’impresa, in quanto risulta di particolare importanza la definizione di un piano strategico, di medio- lungo termine, con i conseguenti riflessi economico-finanziari. L’evoluzione prevedibile della gestione, si basa sulla definizione degli obiettivi che l’impresa si pone per il futuro e tutte le azioni che dovranno essere poste in essere per raggiungere gli stessi.

La nota prospettica sull’andamento dell’impresa, ha assunto una maggiore rilevanza con l’introduzione del Codice della crisi d’impresa (la cui entrata in vigore è stata differita al 1° settembre 2021 dall’articolo 5 del D.L. 23/2020, c.d. Decreto Liquidità), poiché, in un’ottica di potenziale crisi, occorrerà dimostrare la capacità di salvare la continuità aziendale, nonché la sostenibilità dell’indebitamento in un’ottica previsionale.

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